Mi son svegliato ferrarista.
È stato bello sognare, non c’è più niente da fare…
Dalle traversie di Maranello alla disfatta di Milanello, il passo è dannatamente breve.
I trofei più ambiti, coppa dei campioni e mondiale piloti, non si vedono da quelle parti dal 2007.
Sembrava la volta buona, questo 2023.
Invece un travolgente raggio bluastro che campeggia sulle livree di Red Bull e Inter ha incenerito le ambizioni del Cavallino e le certezze del Diavolo.
Quello che mi tocca dev’essere una sorta di contrappasso, dato il mio leale anti-ferrarismo.
Una nota positiva per quanto riguarda il Milan c’è, il mondo rossonero ha superato la tragica fase del “dobbiamo capire…”.
Non c’è un bel… niente da capire, il Milan non è all’altezza dei cugini.
Una loro sgasata di 10 minuti ha fatto emergere la siderale distanza tra un gruppo amalgamato di grandi campioni, giovani promettenti e vecchie canaglie ed un gruppo di onesti mestieranti tra i quali è molto ben nascosto qualche talento.
Non è un caso che le uniche occasioni di solletico alla difesa nerazzurra siano capitate sui piedi di Leao, Diaz e Tonali.
Francamente, mi pare pleonastico infierire con delle dettagliate pagelle, sarebbe come gettare sale sulle ferite aperte.
Tre ore di sofferenza sono più che sufficienti.
“Non è l’intensione della pena che fa il maggior effetto sull’animo umano, ma l’estensione di essa”, diceva un grande fuoriclasse come Cesare Beccaria.
Sono però da sottolineare alcune prestazioni.
Kalulu è entrato in campo perché con la sua velocità avrebbe dovuto domare le bizzarrie del toro Martinez, il quale lo ha disarcionato in due minuti.
Theo Hernandez dovrebbe correre dall’armocromista della Schlein perché da quando si è tinto di rosa è un incapace assoluto.
Tonali è come Carlitos Sainz, incassa colpi a non finire.
Diaz è come Charles Leclerc, un giorno sembra un re e l’altro si schianta con la palla sul portiere come il monegasco sui muri di Miami.
Leao ieri sera aveva i cavalli del motore ridotti per evitare rotture al turbo.
Giroud, invece, sembra Valtteri Bottas, ossia un ex della contesa.
Da sottolineare rimane anche la grande generosità milanista, visto che Darmian, Calhanoglu e Acerbi sono realmente degli ex.
Non rimane che adattarsi alla tristezza di un derby che, più che ad un “clasico”, comincia ad assomigliare ad un Real Madrid – Atletico Madrid, nel quale, alla fine, vincono sempre i bianchi.
Anche perché a questo punto non vedo possibili grandi sviluppi, Pioli assomiglia sempre di più a Binotto.
Come dicevano i latini, mala tempora currunt sed peiora parantur.
In poche parole, cari rossoneri, prepariamoci al peggio.
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